LA LEGGENDA DELLA NOCE E DELLE STREGHE DI BENEVENTO

« Older   Newer »
  Share  
manga9598
view post Posted on 16/3/2009, 10:49






La leggenda del noce e delle streghe di Benevento



image

Vicino alla città di Benevento
Vi sono due fiumi molto rinomati
Uno Sabato, l'altro Calor del vento;
Si dicono locali indemoniati...

Un gran noce di grandezza immensa
Germogliava d'estate e pur d'inverno;
Sotto di questa si tenea gran mensa
Da Streghe, Stregoni e diavoli d'inferno.


La leggenda del noce di Benevento risale al VII sec. d.C. Si narra che i Longobardi, pur convertiti al cristianesimo, continuavano a conservare delle usanze pagane e ad adorare idoli che facevano parte del loro bagaglio di tradizioni ataviche, tradizioni che già in antichitagrave; erano state adottate dai popoli sanniti che a quanto pare avevano giagrave; allacciato scambi culturali con le popolazioni nordiche. La storia del noce é legata indissolubilmente alla fusione di due culti di diversa provenienza:


1- Il culto del serpente, caro a Iside quindi di provenienza pre-longobarda, a sostenere la tesi del culto di Iside il ritrovamento in convento di Padri Agostiniani dei resti di un tempio dedicato alla dea egizia, in più sembra che la stessa cattedrale di Benevento fosse stata costruita sui resti di un tempio dedicato allo stesso culto.
2- L'albero sacro di provenienza germanica, celtica e vichinga e che sembra già i sanniti avessero adottato tra i loro rituali. Il culto consisteva nell'appendere ad un noce gigantesco delle pelli di animale, i guerrieri che, a cavallo riuscivano a staccarne dei pezzi con un'arma (é dubbio il tipo di arma utilizzato) si guadagnavano il favore degli déi. Tra i sanniti invece si acquistava forza (forse l'animale era un cinghiale, da qui il simbolo della città? E chi lo sa!).


Con la conquista dei longobardi i due culti si fusero creandone uno solo che il cristianesimo contribuì a demonizzare, il resto, la superstizione vera e propria, la creò il popolo con le sue paure e quei famosi racconti che passando da una bocca all'altra si arricchivano di particolari diventando un'altra storia. Fu cosi che nel VII secolo Barbato, sacerdote, impegnato nella lotta alla superstizione divenne per acclamazione vescovo della citta e, appoggiato dal duca Romualdo comincio la sua battaglia contro i culti pagani e idolatri, facendo abbattere il noce sul fiume sabato. Da quel momento cominciarono a fiorire storie e racconti sul noce e sulle Janare che lì si riunivano per compiere le loro scelleraggini.



Ma, a differenza dei paesi del centro Europa e dell'Italia settentrionale, dove la caccia alle streghe infuriò nel Beneventano il fenomeno della stregoneria venne tollerato anche dal clero e dette piu che altro vita a gradevoli storielle in cui i celebranti del Sabba non apparivano così terribili come siamo abituati ad immaginarceli e bastava un segno di croce a renderli impotenti.


Nel beneventano vivevano ed operavano alcune tra le streghe più famose del mondo: Violante da Pontecorvo, la Maga Menandra, o la Maga Alcina di cui parla anche l'Ariosto, che, secondo Pietro Piperno autore dello scritto "De nuce maga", viveva a circa quattro miglia dalla città di Benevento, nel paese di Pietra Alcina (ovvero Pietra pucina - Pietra piccola attualmente Pietrelcina); oppure la Boiarona, la quale aveva legato dei demoni alle noci, anche la Strega Gioconna era solita fare questi malefici. Ma l'Arcistrega per eccellenza nella zona del Sannio fu Bellezza Orsini, processata dal santo uffizio di roma nel 1540, la quale aveva una particolare predilezione per le apprendiste molto belle. Dopo averle spalmate con l'unguento, insegnava loro la famosa formula per volare:

unguento unguento
mandame alla noce de benevento
supra acqua et supra vento
et supra omne maltempo.



image

 
Top
0 replies since 16/3/2009, 10:49   7800 views
  Share